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Recensione "La canzone dei cuori felici", Salvatore Vitellino

Che cosa hanno in comune una ragazzina di terza media e un uomo sull’ottantina? Apparentemente nulla ma, scavando in profondità, moltissimo. Diana è una ragazza divertente, ironica e sensibile ed incontra Aldo, un ex professore di filosofia ormai in pensione. Si incontrano così per caso durante le colazioni fatte al bar con la mamma, al bar all’angolo dove si è creata questa specie di famiglia allargata. C’è Gisella, la moglie di Aldo che è un’artista, il signor Tony che è un architetto, le proprietarie del bar che vengono continuamente prese in giro bonariamente dai loro clienti abituali. Eppure Diana sente una connessione con quest’uomo dall’aria seria e profonda. Complice l’arrivo di Kia, la cagnolina tanto agognata da Diana, comincia ad incontrare l’uomo al parco dei cani vicino casa e nasce questa amicizia speciale. Speciale perché i loro dialoghi permettono a Diana di crescere, di maturare e di comprendere la vita attraverso piccoli stralci di filosofia raccontati dall’uomo. Sono interazioni che lasciano un segno indelebile, non vanno via con il ritorno a casa bensì germogliano e attraverso delle rime rivelatrici Diana comincia a capire la musica della sua vita. 

 

È una storia delicata, riflessiva, a tratti caotica e musicale. Si potrebbe pensare che vada bene solo per gli adolescenti ma non è così. E’ indirizzata anche agli adulti, a coloro che ancora oggi devono afferrare la musica dei propri cuori.  

 

I temi trattati sono variegati e complessi. Si affronta il tema del divorzio dei genitori e a cosa si scatena nell’animo di una ragazza che comprende che non sarà più lo stessa, il senso di tradimento per una famiglia in frantumi. Si affronta la malattia rivista negli occhi di un compagno di scuola sempre casinista ma in realtà solo. Non solo, vi è anche l’adolescenza, la crescita e l’amore con il sapore della saliva che fa disgusto ma non così tanto.  

 

Un tema però regna sovrano ed è proprio la filosofia. Grazie ad essa tutte le vicissitudini della vita possono essere spiegate e affrontate con un pizzico di leggerezza. Platone, Aristotele già nell’antichità hanno cercato di dare un senso alle questioni più importanti per l’uomo e proprio grazie alle loro riflessioni oggi si può capire meglio la propria anima, il pensiero intimo e personale.  

  

 Angela, libraia Giunti al Punto di Policoro

Salvatore Vitellino
Cosa succede se a 13 anni scopri che l’amore non è eterno e che persino i tuoi genitori non restano gli stessi? Cosa succede se, alle porte dell'adolescenza, ti ritrovi senza alcuna certezza? Diana sembra aver perso tutti i suoi punti di riferimento: eppure, proprio quando sembra aver toccato il fondo, la vita le offre un incontro che sarà per lei un vero e proprio faro nella notte. Sarà infatti l’amicizia con Aldo, un anziano professore di filosofia, a dare una svolta alla sua vita. Grazie a lui, Diana imparerà a comprendere se stessa e le proprie emozioni, scoprirà che esistono talenti sconosciuti, eppure meravigliosi, e che molte cose, come l’amore, finiscono per evolvere e cambiare. Capirà inoltre che, nonostante la morte, non c’è mai una separazione definitiva finché esiste il ricordo. Vitellino mette al centro di questo romanzo il rapporto tra generazioni, una risorsa preziosissima per riflettere, osservare e comprendere meglio il proprio destino.
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C’è sempre questa musica dell’amore e non riguarda solo le persone ma anche il tempo, l’anima, il passato, i nostri sogni. L’amore è il potere di recuperare tutto ciò che altrimenti andrebbe perduto. Se non ami un po’ quello che fai, quello che leggi, che studi o ascolti non ti resterà niente dentro. Solo ciò che si ama resta in noi.

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